Il cammino della bellezza 

Dove si sviluppa: 

Il Cammino della Bellezza, dalla Cattedrale di Messina alla Cattedrale di Taormina 5 giorni di trekking naturalistico, culturale e religioso per conoscere le valli, i monumenti e i borghi del versante ionico dei Peloritani.

Descrizione cammino:

Con il suo percorso di circa 110 km, il Cammino della Bellezza è un trekking in cinque tappe giornaliere che collega la Basilica Cattedrale della città di Messina, porta della Sicilia, alla Cattedrale di Taormina, autentica e rinomata perla del Mediterraneo, attraverso strade, vecchie trazzere, mulattiere e sentieri di collegamento intervallivi, tra villaggi e antichi borghi medioevali. Il percorso consente di visitare luoghi di notevole interesse storico, monumentale, archeologico, paesaggistico, turistico e naturalistico. Lungo l’itinerario si incontrano fortificazioni e castelli medievali, si visitano Chiese e Monasteri Basiliani del versante jonico dei Peloritani, Monasteri Benedettini, Antichi Conventi Cappuccini e aree archeologiche. Si ammirano splendidi panorami su tutta la costa jonica messinese attraversando, in alcuni tratti, le ampie fiumare e i numerosi piccoli torrenti incastonati in un territorio per lunghi secoli abitato e lavorato dall’uomo. Numerosi i segni della presenza antropica, come le centinaia di km di muri a secco, gli antichi casolari, le masserie, le ville signorili, i mulini ad acqua, i palmenti e le coltivazioni come vigneti, uliveti e agrumeti. Numerosi i sentieri che attraversano tratti di territorio caratterizzati dalla tipica macchia mediterranea ricca di specie arboree e arbustive e dalla fauna che abita la fascia collinare. All’interno dei Villaggi e dei Borghi coinvolti nel cammino si possono sperimentare l’accoglienza e la ricchezza delle tradizioni e dei prodotti tipici locali.


Descrizione Tappe

Prima tappa:

Punto di partenza della prima tappa del Cammino della Bellezza è la Basilica Cattedrale di Messina, costruita per volere del re normanno Ruggero II, consacrata nel 1197 alla presenza del re svevo Enrico VI.

Seguendo le vie cittadine si raggiunge il Santuario Basilica Minore di S. Antonio di Padova dove sono custodite le spoglie di S. Annibale Maria di Francia, fondatore dei Padri Rogazionisti. Proseguendo si attraversa l’ingresso del Cimitero Monumentale fino al punto più alto dove si possono ammirare tombe monumentali di personaggi famosi di Messina e il cenobio un tempo residenza del cappellano del Cimitero. Si prosegue verso il rione di Villaggio Santo, continuando in direzione S. Giovannello per giungere a S. Filippo Inferiore. Qui si possono ammirare i resti del monastero basiliano di S. Filippo il Grande, fondato nel 1100 dal re Ruggero II, un tempo considerata la più importante delle badie basiliane, ora, purtroppo, in stato di completo abbandono. Si attraversa tutto il villaggio di S. Filippo Inferiore costeggiando la Chiesa parrocchiale e proseguendo in direzione Catania su strada intervalliva che conserva tracce di antichi muri, certamente una via basiliana, in quanto conduce in linea retta ad un’altra testimonianza storica, nella valle adiacente, presso il villaggio di Zafferia. Si incontra la Chiesetta Madonna dell’Itria, ristrutturata nel XVII secolo, della quale si parla in documenti del ‘500 che menzionano la presenza di clero di rito greco a cui era affidata la cura pastorale della vallata. Accanto alla chiesetta, il complesso abitativo delle Case Monalla, dove, tra abitazioni ristrutturate, si possono ancora scorgere antichi ruderi, sede di un monastero, inizialmente forse basiliano, divenuto in seguito convento cappuccino. Il percorso procede in direzione Larderia, attraverso una via di collegamento asfaltata. Giunti a Larderia Inferiore, dove si possono ammirare resti di antiche costruzioni forse adibite a mulino, archi in pietra e una fontana storica, si prosegue verso Larderia Superiore e, al bivio per Tipoldo si imbocca la discesa verso Mili S. Pietro. Qui si può ammirare il complesso Basiliano di S. Maria di Mili. Edificata intorno al 1090 dal Gran Conte Ruggero I di Sicilia (che nel 1092 vi fece seppellire il figlio naturale Giordano, morto in battaglia a Siracusa) e da lui affidata, nello stesso 1092, ai monaci basiliani guidati dall'egumeno Michele, la chiesa sorge probabilmente sul luogo di un precedente cenobio di epoca bizantina.

L’abbazia, tra le più importanti della Sicilia medievale, conobbe periodi di splendore e decadenza che si alternarono fino al 1542, anno della cessione, ad opera di Carlo V, al neocostituito Grande Ospedale di Messina. Nel 1866, in seguito all'emanazione delle leggi eversive dello Stato unitario, il monastero e la chiesa furono incamerati dal Demanio; il monastero fu venduto a privati, mentre la chiesa è tuttora patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'interno.

Nonostante un intervento di ristrutturazione nel 2004, la Chiesa di Mili San Pietro è tutt'ora chiusa al pubblico. Si prosegue in discesa lungo il torrente su sterrata incontrando ruderi di numerosi mulini che costellano l’asta fluviale, nonché aziende agricole e d’allevamento. Dopo pochi km si giunge a Mili San Marco, punto di arrivo della prima tappa.

Scheda tecnica:

Località di partenza: Basilica Cattedrale di Messina
Località di arrivo:  
Mili San Marco (Messina)
Difficoltà:
EE
Lunghezza del percorso:
17 km
Dislivello:
18/315m
Tempo di percorrenza:
6 ore


Accoglienza ed Ospitalità

Albergo diffuso Mili San Marco: 3492857156


Seconda Tappa:

Dal centro del villaggio di Mili San Marco si raggiunge il locale cimitero costeggiandolo su strada con fondo in cemento e in ripida salita fino ad imboccare una mulattiera che, sempre in salita, raggiunge un punto panoramico per ridiscendere nella vallata di Galati. La mulattiera, prima di diventare sterrata, attraversa floridi uliveti con alcuni ulivi plurisecolari di particolare forma e bellezza. Raggiunto il torrente Galati lo si attraversa per imboccare una strada asfaltata in salita che, oltrepassata l’area abitata, prosegue come sterrata fino al piano Landolina da dove si possono ammirare le suggestive Rocche Castellaci dalle forme bizzarre modellate dagli agenti atmosferici. Nei pressi di una villa abbandonata ci si immette su una mulattiera che porta ad una vecchia strada comunale e, dopo aver ammirato un gruppo di ulivi secolari, si scende verso sinistra per raggiungere il Villaggio di S. Stefano Medio. Si procede in discesa, tra coltivazioni di agrumi qualità “Limone Interdonato” fino alla contrada Bruca dove è sito l’Oratorio parrocchiale, sorto sui resti di una grangia basiliana riconoscibile ancora dal tetto a crociera che si può ammirare nel piano inferiore della struttura. Ammirata la chiesa parrocchiale S. Maria dei Giardini del Villaggio di S. Stefano Medio, passando da Piazza Pioppo, si prosegue verso il castello medievale. Si procede in salita costeggiando i ruderi del castello e l’adiacente gruppo di abitazioni fino a intravedere il pianeggiante vigneto dell’Azienda vitivinicola Lepardo. Lasciatala sulla sinistra si continua a salire lungo la strada agricola che superato un valico inizia a scendere verso il Torrente Schiavo. Dopo aver attraversato la Contrada Piano delle Vigne si scende fino al letto del torrente all’altezza del primo tornante della Strada Provinciale per Pezzolo. Attraverso la suddetta strada asfaltata si raggiungere il Monastero Benedettino di S. Placido Calonerò, edificato nel 1406. Tornando di qualche centinaio di metri sui propri passi, all’altezza del tornante che precede il monastero, si imbocca una sterrata in leggera discesa verso mare. Giunti ai resti di una postazione militare risalente al secondo conflitto mondiale si imbocca un sentierino sulla destra che, con andamento zigzagante lungo il fianco del pianoro conduce al villaggio di Briga Marina. Seguendo la vecchia statale, non senza aver prima degustato una buona granita o gelato presso il famoso locale di Briga S. Paolo, si giunge alla spiaggia nei pressi di Capo Scaletta. Alla base della falesia rocciosa che lo costituisce è presente un piccolo passaggio che conduce alla più ampia spiaggia di Scaletta Zanclea dove, presso il primo sottopassaggio ferroviario ci si porta sulla SS114. Camminando sul marciapiede della Statale verso Catania, si attraversa tutta l’area abitata costiera comprendente Scaletta Zanclea, Guidomandri Marina e Itala Marina. Si continua lungo la statale fino a raggiungere superare Capo Alì, camminando con prudenza a causa del traffico veicolare. Non mancano incantevoli panorami sulla spiaggia e gli scogli di Capo Alì. Si giunge così al borgo costiero di Alì Terme, rinomato per le strutture dove è possibile praticare le cure termali e il Santuario di Maria Ausiliatrice, dove sono custodite le spoglie della Beata Maddalena Morano, punto di arrivo della seconda tappa.

Variante di tappa. Per chi volesse arricchire il percorso, all’altezza dell’abitato di Itala Marina si prosegue su SP verso Itala e da qui, percorrendo una via lastricata in salita si raggiunge il monastero e la chiesa basiliana dei SS. Pietro e Paolo d’Itala. Da qui si può decidere di ritornare sulla marina oppure proseguire, in salita, verso il borgo collinare di Alì dove è possibile pernottare nell’albergo diffuso. Lunghezza della variante Itala Marina Alì: 9,5 km (totale da Mili San Marco 24 km con dislivello aggiuntivo in salita di 480m).

Scheda tecnica:

Località di partenza: Mili San Marco (Messina)
Località di arrivo: Santuario Maria Ausiliatrice (Alì Terme)
Difficoltà: EE
Lunghezza del percorso: 20 km
Dislivello: 0/250m
Tempo di percorrenza: 6/7 ore

Accoglienza ed Ospitalità

Santuario Maria Ausiliatrice  (Alì Terme): 0942/701725, Suor Mariella Lo Turco 3387236910
Hotel Terme Marino: 0942/715031
Hotel Terme Acqua Grazia: 0942/701814
Borgo diffuso di Alì e proloco Alì Terme: Piero Cozzo 3392925141


Terza Tappa

Partendo dal Santuario Maria Ausiliatrice, si percorre il lungomare di Alì Terme in direzione Catania. Oltrepassato il torrente Fiumedinisi si giunge al borgo marinaro di Nizza di Sicilia dove è possibile ammirare ciò che rimane dello storico Castello D’Alcontres con annessa chiesa di San Giovanni Battista. Si prosegue sulla SS114 fino al torrente Landro che si risale percorrendone il greto asciutto e sabbioso. Dopo meno di un km dalla statale si imbocca una strada agricola sulla sinistra, in ripida salita, che consente di valicare la cresta collinare per giungere alla frazione di Allume (Roccalumera). Lungo il percorso si possono ammirare gli agrumeti della varietà Limone Interdonato. Visitato l’ameno villaggio con la splendida chiesa dedicata alla Madonna del Rosario, la chiesetta bizantina di San Michele Arcangelo, nonché vicoli caratteristici e la torre di avvistamento collinare, si imbocca la SP fino al bivio per la frazione di Sciglio (Roccalumera). Attraversato il villaggio con le piazze, il viale alberato e la chiesa dei SS. Cosma e Damiano, meta di pellegrinaggio, si prosegue su una strada asfaltata in salita. Immettendosi in un vicolo si prosegue in salita ripida su una strada agricola che, dopo un tratto su mulattiera, collega con la comunale per le contrade collinari di San Vito e Contrisa. Tornati su asfalto si continua a salire costeggiando il villaggio abbandonato con la chiesetta omonima di San Vito. Giunti alle case della vecchia frazione di Contrisa si imbocca una sterrata sulla sinistra in leggera discesa che, continuando in saliscendi, porta alla vallata adiacente del torrente Pagliara. Giunti all’affaccio panoramico sull’intera vallata sottostante con vista sul mare e sulla costa jonica si inizia a scendere verso il borgo vallivo di Pagliara. Effettuato il rifornimento d’acqua presso la fonte vicino la chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo si prosegue verso il torrente, attraversandone l’ampio greto ciottoloso e ghiaioso, asciutto per la maggior parte dei mesi dell’anno, soprattutto nella bella stagione. Nelle vicinanze si possono ammirare un pino domestico secolare (i documenti riportano la piantumazione ai primi anni dell’800) che domina il territorio circostante e l’altica chiesa di S. Sebastiano, conosciuta anche come chiesa di S. Maria Polimenon, ormai semiabbandonata e in attesa di tornare agli antichi splendori tramite lavori di restauro iniziati e da numerosi anni interrotti. Si prosegue sull’ampia sterrata sul greto della fiumara passando sotto una frazione abbandonata e lasciando, sulla sinistra della fiumara, la frazione di Rocchenere. Giunti nei pressi del borgo rivierasco di Furci Siculo si imbocca una stradina sulla destra in salita che consente di raggiungere un quartiere panoramico e da qui discendere verso la Piazza Sacro Cuore, con la chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna del Rosario, luogo di ritrovo centrale del borgo e punto di arrivo della terza tappa.

 

Variante di tappa. Dal borgo di Pagliara, proseguendo in salita lungo il greto della fiumara è possibile raggiungere e visitare, tra lussureggianti uliveti, caratteristica che maggiormente marca il territorio della vallata di Mandanici, la Badia basiliana dell’Annunziata, edificata nel 1100 ad opera del Conte Ruggero. Da qui, proseguendo verso la frazione di Locadi e costeggiando il cimitero locale, si può raggiungere il parco suburbano della Pineta di Furci Siculo e da qui, dopo aver ammirato ampi panorami, discendere verso la frazione di Grotte per raggiungere il centro abitato rivierasco di Furci Siculo (lunghezza della variante 12 km, totale 24 km da inizio tappa, dislivello aggiuntivo 160/390m).

Scheda tecnica:

Località di partenza: Santuario Maria Ausiliatrice (Alì Terme)
Località di arrivo: Piazza Sacro Cuore (Furci Siculo)
Difficoltà: EE
Lunghezza del percorso: 17,5 km
Dislivello: 0/385
Tempo di percorrenza: 6/7 ore

Accoglienza ed Ospitalità

Park Hotel A Nuciara (Grotte, Furci Siculo): 0942/798088

B&B Fragolina (Furci Siculo): 0942/792951

B&B Il Mandarino (Furci Siculo): 0942/794605

B&B Villa Grazia (Rocchenere, Pagliara): 3939505327


Quarta Tappa:

Dalla Piazza Sacro Cuore di Furci Siculo si percorre, in salita, la via S. Antonio fino alla frazione Grotte. Qui ci si immette nella larga fiumara del Torrente Savoca il cui greto dev’essere attraversato per raggiungere la dirimpettaia frazione di Giardino (S. Teresa di Riva). Nei pressi di un’edicola sacra e una fonte d’acqua si imbocca una strada, in salita, dapprima asfaltata e successivamente sterrata, fino ad immergersi nella boscaglia e nella pineta che ricopre il fianco del colle su cui sorge il borgo medievale di Savoca. La sterrata in un tratto diventa sentiero a causa di frane e smottamenti che ne interrompono la percorribilità veicolare. Raggiunta la strada asfaltata della pineta la si percorre in salita, costeggiando la locale stazione forestale e raggiugendo Savoca, riconosciuto tra i più bei borghi d’Italia. Effettuata la visita al borgo, con le sue chiese, il Convento dei Cappuccini, edificato nei primi anni del 1600, la cui cripta racchiude le mummie di 32 notabili di Savoca, esposti in nicchie o in bare di legno, gli innumerevoli scorci panoramici, nonché la piazza e il bar, sede di alcune riprese della pellicola cinematografica “Il Padrino”, si procede lungo la SP che unisce Savoca con Casalvecchio. Nei pressi di quest’ultimo borgo si imbocca una strada asfaltata in discesa sulla sinistra che, proseguendo su strada agricola sterrata e poi di nuovo asfaltata raggiunge l’Abbazia basiliana dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò, riedificata nel 1116 da Ruggero II, sui resti di un precedente insediamento italo-greco, totalmente distrutto dagli arabi. Oltrepassata l’Abbazia e la fiumara d’Agrò, si giunge sulla sponda destra ove si trova la frazione di Scifì, presso la quale nel 1987 sono state rinvenute strutture murarie di epoca tardo romana (tra la fine del III secolo e la metà del V secolo dopo Cristo). A metà circa dell’abitato si imbocca una strada asfaltata sulla destra che, in salita tra campi e giardini coltivati, con tratti di sterrata, si innesta sulla SP Roccafiorita Mongiuffi Melia che si imbocca verso sinistra, in discesa. Raggiunta la parte alta dell’abitato di Mongiuffi, si devia verso sinistra su un’ampia strada asfaltata di collegamento con il borgo di Gallodoro, fino della quarta tappa.

Scheda tecnica:

Località di partenza: Piazza Sacro Cuore (Furci Siculo)
Località di arrivo: Gallodoro
Difficoltà: EE
Lunghezza del percorso: 25 km
Dislivello: 14/495m
Tempo di percorrenza: 8 ore

Accoglienza ed Ospitalità

Albergo diffuso (Gallodoro): Valentino Nunzio 3474417473


Quinta Tappa:

Partendo da Gallodoro il cammino prosegue in discesa sulla SP 13 e in seguito SP 11 per Letojanni fino ad intercettare il greto del torrente omonimo. Lo si attraversa e si imbocca la strada asfaltata, in salita che, attraverso numerosi tornanti, e divenendo sterrata nella parte più alta, consente di raggiungere la contrada Ogliastrello alle pendici di Monte Veneretta, all’interno del territorio di Castelmola. Spettacolari i panorami che si aprono man mano che si raggiungono quote più elevate. Si prosegue lungo la SP 10 fino alle prime case di Taormina. Raggiunto il Santuario semirupestre della Madonna della Rocca si scende lungo l’omonima scalinata panoramica su tutto il borgo di Taormina e la sottostante baia di Giardini Naxos. Raggiunto il Corso principale della perla del Mediterraneo si prosegue in direzione Catania fino alla piazza dominata dalla facciata della Cattedrale di Taormina, edificata intorno al 1400 sui ruderi di una piccola chiesetta di epoca medievale dedicata a S. Nicola, meta finale del cammino.

 

Variante di tappa. Al bivio per Castelmola è possibile proseguire in salita verso destra per giungere all’abitato omonimo, inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia. Attraversato il borgo, le cui case sono accovacciate a nido d’aquila ai piedi dei resti del castello normanno, ci si dirige verso Taormina attraverso il Sentiero dei Saraceni, antica via di collegamento tra i due centri abitati. La rocca di Mola, poiché è sito inespugnabile per via della conformazione rocciosa, costituì una delle fortezze dell’antica Taormina e per accedere alla cittadella, c’era una porta d’ingresso detta “Purtedda Saracina” perché la storia narra che gli arabi vi passarono per giungere a Taormina. Della porta vi sono dei resti che anche oggi è possibile vedere e poco più in alto, si potrà visitare l’antica chiesa titolata a S. Biagio, risalente al IV secolo; la più antica del territorio molese e quindi testimonianza degli insediamenti cristiani nel territorio. L’edificio è semplice ad un’unica navata proprio a ridosso della parete rocciosa e dentro vi è un affresco del XVIII secolo. Il sentiero è segnato da un perimetro di muri a secco e passamani in legno che si integrano con il paesaggio e la facile percorrenza, lo rende uno tra i più battuti dai turisti. Il paesaggio e i colori della macchia mediterranea sono i veri protagonisti e la discesa regala la vista del territorio circostante in tutta la sua pienezza. Naxos, l’Etna ma anche Taormina con il Castello in lontananza e sopra, quasi incombente la rocca di Mola, l’antica Myle. Questa via che nel corso dei secoli è stata impregnata delle vite di uomini e animali da lavoro, fa riscoprire le antiche tradizioni contadine e di pascolo del luogo, dove nella zona detta di Cuseni, a Taormina, vicino piazza Andromaco, c’era un quartiere abitato da contadini e pastori di capre. Questa zona un tempo, era ricca di mandorli e veniva chiamata anche Piano delle Ficarre, per la massiccia presenza di piante di fichi e fichi d’India, questi ultimi introdotti proprio dagli arabi. Attraversata Porta Catania ci si immette sul Corso di Taormina per giungere alla sua Cattedrale (lunghezza della variante 3 km, totale 15 km dall’inizio tappa).  

Scheda tecnica:

Località di partenza: Gallodoro
Località di arrivo: Cattedrale di Taormina
Difficoltà: EE
Lunghezza del percorso: 15 km
Dislivello: 28/465m
Tempo di percorrenza: 5/6 ore

Termine Cammino

Cattedrale di Taormina: Mons. Carmelo Lupò 3468102291


 
 

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